“Una guerra prolungata aumenterebbe il numero di rifugiati in fuga verso l’Europa, aggraverebbe le strozzature della catena di approvvigionamento, aggiungerebbe pressioni all’inflazione e aggraverebbe le perdite di produzione”
Per alcune delle più grandi economie europee, come Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia, è prevista una crescita trimestrale molto debole o negativa alla metà del 2022. È quanto si legge nel Regional economic outlook del Fondo monetario internazionale per l’Europa.
Per il nostro Paese si stima un Pil a +2,3% quest’anno, +1,7% il prossimo e +1,3% nel 2024.
Inoltre secondo il fondo una guerra prolungata aumenterebbe il numero di rifugiati in fuga verso l’Europa, aggraverebbe le strozzature della catena di approvvigionamento, aggiungerebbe pressioni all’inflazione e aggraverebbe le perdite di produzione. «Il rischio più preoccupante è un improvviso arresto dei flussi di energia dalla Russia, che porterebbe a significative perdite di produzione, in particolare per molte economie dell’Europa centrale e orientale», si legge ancora.
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